Jun 25, 2007

Aveva a che fare con la serenità e con la speranza. Tutto quello che cerchiamo, no? Un posto nel mondo da cui non desiderare di andare via, qualcosa di bello alle porte, ma più bello ancora mentre lo immaginiamo, accucciati in quel luogo che, se siamo fortunati, è un abbraccio. Romantico? Io? Nei giorni dispari. Ma so contare solo fino a uno. I progetti a medio termine mi affaticano, quelli a lungo non li considero. Non mi sono mai aspettato molto da me stesso, non avevo la pazienza per farlo. E' venuto fuori che ho già fatto più di quanto mi sarei mai potuto attendere se mi fossi messo lì, alla stazione delle illusioni, ad aspettare il treno che passa una volta sola. Credo ai passaggi circolari. Prima o poi, anche i treni tornano. Sono trenini giocattolo, la rotaia va in tondo. Siamo seri, stiamo giocando.

[Gabriele Romagnoli]

(It had to do with tranquility and hope. That’s all we look for, no? A place in the world from where we never want to leave, something beautiful at your door, that looks even better while we imagine it, nestled in that place which, if we’re lucky, is a warm hug. Romantic? Me? Only on odd days. But I can only count to one. Mid-term projects wear me out; I don’t even consider long-term ones. I never expected much from myself, I wasn’t patient enough. It turned out I already did more than I could expect for myself even if I had sat there, at delusion station, waiting for the once-in-a-lifetime train. I believe in circular motion. Sooner or later, even trains come by again. They're toy trains; the track's a circle. Let’s be serious, we’re playing.)

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